domenica 17 giugno 2007

Esiste una "questione meridionale"?

La storia insegna e diciamolo apertamente. Io da siciliana mi rendo conto di come stiano effettivamente le cose. La Sicilia è una delle ultime ruote del carro (se non l'ultima) di quest'Italia che si disinteressa ai problemi che ci sono qui.
Leggevo l'altro giorno sul quotidiano "La Sicilia" un articolo che dà estrema prova dell'atteggiamento del governo italiano nei confronti di una regione che, territorialmente più estesa delle altre, è anche abbondantemente popolata rispetto a molte altre. E infatti di questo i signori politici sembrano rendersene conto nel momento in cui si va alle urne: promesse su promesse per una regione che, diciamocelo chiaramente, non è altro che un pozzo di voti da sfruttare al massimo durante i mesi di campagna elettorale, per poi lasciare i cittadini incantati da tante belle parole con un pugno di mosche in mano.
Prendiamo ad esempio l'attuale governo. C'è un numero di ministri altissimo, un record, ma tra questi neanche un siciliano: primo sintomo della grande importanza che viene data a questa regione. Ma andiamo avanti. Come dicevo precedentemente, nell'articolo di giornale de "La Sicilia", si metteva in risalto una questione: poiché lo Stato italiano deve risparmiare, le ferrovie dello stato hanno avuto la brillante idea di fare dei tagli, riducendo il numero dei treni. Ma secondo voi dove li vanno a ridurre? Ovviamente, in Sicilia. Ebbene sì. Se io ad esempio decidessi di prendere il treno per andare a Roma, non posso mica farlo di punto in bianco, perché potrei beccare uno di quei 3 giorni su 7 in cui non esistono collegamenti ferroviari tra la Sicilia e il resto del Paese. Infatti i geniali tagli hanno riguardato proprio i collegamenti tra l'isola e il resto dell'Italia, probabilmente perché ritenuti poco necessari, chi lo sa. Così, se oggi volessi andare a Roma dovrei usare l'automobile e chissà quanto tempo impiegherei, data anche la situazione della Reggio Calabria-Salerno. Siamo così passati dalle speranze di un ponte sullo stretto, all'accentuarsi dell'isolamento che, pur tipico delle "isole", non è proprio di una regione come la Sicilia che ha il 10% della popolazione italiana e che è una delle mete più attrattive turisticamente. Ma si sa, in fondo noi serviamo solo per la nostra X su quella scheda elettorale! Eppure a quanto pare ci sono X con un certo valore e altre X con un altro. Mi spiego meglio. Se da una parte le ferrovie dello stato fanno tagli su tagli, dall'altra aggiungono investimenti su investimenti. E se da una parte c'è una popolazione che non ha neanche garantiti i collegamenti quotidiani con il resto del Paese, dall'altra, per accontantare la popolazione della Valle Susa, si spendono milioni e milioni di euro in più per modificare il percorso di questa benedetta Tav.
Ma questo è solo un esempio. UNO solo.
Inserisco un estratto di un articolo presente sul sito del Movimento per l'Autonomia (http://www.mpa-italia.it/).
"Secondo l'Istat in Sicilia ben 7 famiglie su 10 sono povere e, il 5% delle persone addirittura non può permettersi un’alimentazione adeguata. Eppur –dicono i parlamentari del Mpa- pur trovandoci di fronte a un paese profondamente diviso tra un Nord opulento ed un Sud mantenuto in condizioni di emarginazione rispetto ai veri processi di sviluppo, è bastato l’esito della recente consultazione elettorale amminsitrativa per far si che si accendesse un dibattito su quella che viene definita la questione settentrionale, a volerne assimilare le caratteristiche di vera e propria emergenza a fronte della questione meridionale, che si vorrebbe dunque ridimensionare. [...] I deputati del movimento politico fondato da Raffaele Lombardo chiedono inoltre al governo di volere dare corso alla presentazione del progetto per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina entro il termine del 20 luglio per poter partecipare, nell’ambito dei programmi relativi alle reti transeuropee di trasporto alla ripartizione dei contributi europei pari alla misura di 8,013 miliardi di euro. "

Poste queste premesse, per tornare alla domanda del titolo "Esiste una questione meridionale?" non posso esimermi dal rispondere: "Sì e mi sembra evidente"

Volete tornare alle urne?

Berlusconi - A Napolitano diremo ''elezioni,elezioni,elezioni''

"La soluzione che ho gia’ proposto e’ quella che mi avete sentito dire in queste settimane e che tutti i cittadini ripetono in coro: elezioni, elezioni, elezioni". Lo ha affermato Silvio Berlusconi che ha osservato: "Noi lo ribadiremo consapevoli del fatto che il presidente della Repubblica non puo’ sciogliere le Camere se esiste una maggioranza o una parvenza di maggioranza". "Pur se questa maggioranza e’ realizzata in un Senato dove la prevalenza dei voti e’ stata dalla parte delle forze liberali". Il nostro Presidente ha inoltre sottolineato che a Palazzo Madama "la sinistra utilizza i voti dei senatori a vita, che non sono stati eletti ma nominati", e che in Senato "c’e’ una quasi paralisi delle commissioni".E quanto al colloquio che i leader della Cdl avranno mercoledi’ con il presidente della Repubblica, Berlusconi ha commentato:"Credo che sia doveroso da parte nostra rappresentare al capo dello Stato la situazione italiana come noi la vediamo e come secondo noi e’ percepita dalla grande maggioranza degli italiani". Berlusconi ha dichiarato di aspettarsi che Napolitano "decida quali interventi fare" anche per "reagire a quanto succede dopo il suo appello al dialogo e alla collaborazione". Un appello, ha osservato, "a cui questo governo ha risposto con prepotenza e arroganza", come dimostra "cio’ che e’ successo per quanto riguarda il generale Speciale, la Rai e via dicendo...".

tratto dal sito http://www.forzaitalia.it/

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Eccoci qui.
Cari visitatori, benvenuti.
Il mio blog si propone di essere in primo luogo uno spazio in cui potersi scambiare civilmente idee, senza alcuna ambizione particolare. Di certo non saranno le cose che diremo qui a cambiare il mondo, ma quanto meno spero riusciranno ad ampliare menti delle persone che parteciperanno alle varie conversazioni e a non farci rimanere sempre e solo sulle nostre posizioni senza poi saper dare un perché alle nostre scelte.
Ebbene, qui vorrei che tutti fossimo in grado di darci un perché. Un perché reale e concreto. Un perché logicamente valido sia per noi che per gli altri. Un perché che vada al di là dei luoghi comuni e che stia al di sopra di ciò che pensano le masse!
Mi rivolgo specialmente ai giovani come me, che ancora stanno formando la loro identità e che sono le prime facili prede di un sistema che vuole soltanto renderci pecore non pensanti, utili solo nel momento in cui andiamo ad apporre quella fatidica X su una scheda elettorale.
Mi auguro che si possa essere in grado di comunicare senza tentare di prevaricare gli altri, nè tanto meno offendere o tacciare con qualche delizioso epiteto chi la pensa diversamente.
Saluti a tutti
Valentina